Un esempio della concezione junghiana del “simbolo”, inteso come espressione di “qualcosa che non si può caratterizzare in modo migliore” ce lo ha offerto l’attore e già governatore della California Arnold Schwarzenegger, dopo l’assalto del 6 gennaio 2021 al Capititol Hill di Washington da parte dei sostenitori del presidente uscente Donald Trump. Questo avvenimento ha segnato un gravissimo vulnus all’immagine della democrazia americana e ha spinto Schwarzenegger a registrare un video nel quale con un appassionato discorso difende l’istituto democratico e la necessità di renderlo sempre più forte. Il video si conclude con Schwarzenegger che mostra la spada di Conan il barbaro, il film che lo ha reso famoso a livello internazionale, e dice: “Più forgi la spada [della democrazia], più diventa forte.”
Alcuni commentatori hanno voluto vedere nel gesto di Schwarzenegger un coup de théatre hollywoodiano: “Alla fine Schwarzenegger ha concesso un po’ di retorica hollywoodiana e estratto una pesante spada, quella impiegata sul set del film “Conan”, utilizzandola come parallelo con la democrazia americana, da “forgiare” come una spada d’acciaio invincibile. “Più la tempri, più diventa forte.” (La Repubblica). Se a un livello superficiale si può anche condividere questa lettura, non si può però ignorare la lezione di Jung, quando invita a guardare i simboli come forme portatrici di contenuti inconsci, che affondano le radici nella psiche collettiva e nella storia dell’umanità.
La scelta della spada di Conan il barbaro da parte di Schwarzenegger, anche nel caso che sia stata una retorica hollywodiana, rimane un simbolo potente di per sé, che veicola in modo autonomo significati archetipici e alchemici: esso rimanda, tra l’altro, alle mitologie dell’età del ferro, quando si riteneva che il metallo provenisse da un “altrove” divino e per questo era onorato come una divinità. (cfr. M. Eliade, Arti del metallo e alchimia, Boringhieri, Torino 2018, p. 23). Ma il ferro da forgiare riporta alla mente anche l’opus alchemico nel quale il metallo vile doveva essere trasformato in oro. Per Jung “La spada significa forza solare, per questo nell’Apocalisse dalla bocca di Cristo esce una spada, cioè il fuoco procreatore, il Verbo o Logos governatore” (C.G. Jung, Simboli della trasformazione, OC 5, Boringhieri 1970, p. 350). Essa è anche la voce di Dio: “La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio (C.G. Jung, Psicologia e religione, OC 11, Boringhieri 1979, p. 208).
L’immagine della spada di Schwarzenegger non può quindi essere valutata soltanto ‘semioticamente’, come mero segno che rimanda al film Conan il barbaro, ma come simbolo vivo, come “idea intuitiva che non può essere formulata altrimenti o meglio”. Scrive Jung: “A mio modo di vedere il concetto di simbolo va rigorosamente distinto dal concetto di segno. […] Il simbolo presuppone sempre che l’espressione scelta sia la migliore indicazione o formulazione possibile di un dato di fatto relativamente sconosciuto, ma la cui esistenza è riconosciuta o considerata necessaria. […] Fintanto che un simbolo è vivo, è espressione di una cosa che non si può caratterizzare in modo migliore.” (C.G. Jung, “Simbolo” in Dizionario di psicologia analitica, Biblioteca Boringhieri, Torino 1977, pp. 109-110).
Possiamo quindi considerare la spada di Schwarzenegger un simbolo vivo che anche oggi veicola rimandi inconsci archetipici e collettivi, stimola i nostri pensieri e i nostri sentimenti profondi e parla a chi abbia orecchie per intendere.
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