mercoledì 31 marzo 2021

Marta Tibaldi, "La morte 'amica' e la rinascita"

Marta Tibaldi

“La morte 'amica' e la rinascita”[1]


    Non tutte le esperienze di morte sono uguali. Bene lo sottolinea la metafora alchemica, che descrive “le due facce della morte: quella che guarda indietro, verso ciò che sperimentiamo come irrimediabilmente perso e che rimanda all’esperienza del lutto [nigredo], e quella che guarda avanti e prepara la rinascita [rubedo].” Il tempo di Pasqua celebra questo secondo aspetto, enfatizzando l’esperienza della rinascita (resurrezione): 

 

    Sulla falsariga di queste considerazioni, riporto parte di ciò che ho scritto nelle Conclusioni del libro Jung a la metafora viva dell’alchimia. Immagini della trasformazione psichica (a c. di A. Rossi, S. Massa Ope, M. Tibaldi), Moretti & Vitali 2020:


 “[...] Mentre mi accingo a scrivere queste righe, un amico sta riflettendo […] su ciò che finisce e ciò che dura. Entrambi ci stiamo interrogando su ciò che è “transeunte ed eterno”, come scrive Jung, e sui diversi modi in cui la coscienza è chiamata a questo confronto: la morte che guarda indietro, che porta vissuti dolorosi di perdita e di separazione e chiede di “lasciare andare” ciò che non ha più ragione di essere, e la morte “amica”, che guarda avanti e prepara eterni orizzonti di rinascita e si esprime attraverso le parole, l’arte e la musica. Pochi giorni dopo, l’amico mi racconta questo sogno:

    Ho 90 annni, mi preparo a morire. L’ho aspettata tutta la vita ed ecco, finalmente, la ‘famosa morte’. Mio padre mi sostiene. Parlo nel sogno […] [di] un tempo eterno, incorruttibile, dell’infanzia, sottratto al divenire. E’ come sbocciata una mia bellezza fino ad allora solo latente. Per la prima volta accetto il mio corpo, la mia immagine fisica, senza riserve! La approvo incondizionatamente. Anche se, ahimé, solo un istante prima di morire.”

 

    Il sognatore non ha 90 anni, l’azione del sogno non si colloca dunque nel presente, ma in un futuro lontano, che deve ancora accadere. Quando racconta il sogno, l’amico non coglie questo sfasamento temporale: il suo Io è identificato con l’idea di trovarsi “solo un istante prima di morire” e per questo è triste e angosciato. Scambiamo alcune considerazioni e, a differenza del sognatore, ciò che della sua narrazione mi colpisce non è l’esperienza della fine e della perdita, quanto la vitalità del Sé e lo stupore di vivere sub specie aeternitatis: la morte diventa ‘amica’ e ci colloca nell’eterno assoluto del momento presente. […] [E’] l’incontro con un’esperienza di morte non soltanto luttuosa – che porta vissuti di dolore e perdite irreparabili – bensì una morte che è promessa di rinascita, la morte ‘amica’ che fa dire con meraviglia. “tu sei qui […] esiste la vita […] tu sei vivo.” La morte ‘amica’ è colei che prepara alchemicamente l’esperienza della rubedo, del ‘compimento’ e della rinascita; colei che apre alla speranza, anche quando l’orizzonte individuale e collettivo è difficile e oscuro […] La morte ‘amica’ parla con la voce del Sé e invita ognuno di noi a testimoniare attivamente “il potente spettacolo” della vita.” (Jung e la metafora viva dell’alchimia, cit., pp. 256-258)

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[1] Jung a la metafora viva dell’alchimia. Immagini della trasformazione psichica (a c. di A. Rossi, S. Massa Ope, M. Tibaldi), Moretti & Vitali 2020, pp. 256-258.

sabato 27 marzo 2021

Marta Tibaldi, Prevaricazione e narcisismo. Proteggersi dalla violenza relazionale


Marta Tibaldi

Prevaricazione e narcisismo. 

Proteggersi dalla violenza relazionale



    Il dizionario della lingua italiana spiega che, in termini generali, la prevaricazione rappresenta un “abuso del potere finalizzato a un illecito guadagno o vantaggio” e quindi, per estensione, un “atto clamorosamente ingiusto”. Il termine “potere”, dal canto suo, rimanda, sempre in termini generali, alla “capacità, possibilità oggettiva di agire, di fare qualcosa” (cfr. Dizionario della Lingua italiana Treccani). L’azione può essere utilizzata sia a favore che a sfavore degli altri e nella prevaricazione la scelta è, ovviamente, a sfavore. 

 

    Per la psicologia del profondo il comportamento prevaricatorio è espressione di un funzionamento narcisistico della personalità, che Otto Kernberg definisce, nei suoi aspetti più patologici, “narcisismo maligno” (Kernberg, Sindromi marginali e narcisismo patologico, Bollati Boringhieri, Torino 1975). 


Esso rimanda a un modo di essere fondato su sentimenti invidiosi, avidi e rabbiosi proiettati sugli altri. Il narcisista evita in questo modo il confronto con l’immagine negativa che alberga al suo interno, tenendo in piedi à tout prix l'immagine grandiosa e trionfante che agisce all’esterno. 
Questo funzionamento narcisistico è definito anche overt, intendendo con questo termine un narcisismo autocelebrativo. Nelle relazioni esterne gli overt tendono a colludere con altri overt e individuano le potenziali ‘vittime’ nei cosiddetti covert, in quelle persone sensibili e vulnerabili che facilmente prendere su di sé con le proiezioni negative.
 
Quali strumenti abbiamo per proteggerci da queste forme narcisistiche distruttive e violente? 
1.   La conoscenza e il riconoscimento delle dinamiche narcisistiche.
2. L'attenzione alle risposte somatiche ed emotive: i narcisisti ci fanno provare malessere e rabbia.
3. La distanza fisica ed emotiva, che ci rende ‘impermeabili’ alle proiezioni negative.
4.  La capacità di augurare felicità: un modo paradossale che svincola totalmente dalla trappola narcisistica. 

         Mentre gli "avvelenatori dei pozzi" continueranno ad avvelenare la vita, noi godiamocela!


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mercoledì 17 marzo 2021

Marta Tibaldi, Due seminari zoom su processo d'individuazione, metafora alchemica e pandemia.

Segnaliamo due seminari via Zoom

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lunedì 15 marzo 2021

Marta Tibaldi, Processo d'individuazione, immaginazione, alchimia

 Marta Tibaldi

Processo d'individuazione, immaginazione, alchimia

Venerdì 19 marzo 2021 dalle 21:00 alle 23:00 in collegamento zoom 

PRENOTAZIONI:

www.arpajung.it - mariolina.graziosi@unimi.it

Una riflessione su come questi riferimenti junghiani ci possano aiutare a realizzare un benessere psichico duraturo e profondo  e ci orientino in un tempo difficile come quello della pandemia.

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lunedì 8 marzo 2021

Marta Tibaldi, "Direttore o direttrice d'orchestra? Una riflessione paradossale"

 Marta Tibaldi

"Direttore o direttrice d'orchestra? 

Una riflessione paradossale


In questo video propongo una lettura paradossale della polemica, sorta durante in Festival di Sanremo, in merito alle dichiarazioni di Beatrice Venezi  di volersi fare chiamare "direttore d'orchestra" invece di "direttrice d'orchestra".



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