venerdì 26 settembre 2014

L'Opera di Pechino a Roma



(foto: viaggioincina.com)

Marta Tibaldi
L'Opera di Pechino a Roma

Sheng, dan, jin e chou sono i quattro ruoli principali dell'Opera di Pechino. Quattro tipi di artisti che danno forma rispettivamente a  ruoli maschili  autorevoli quali l'uomo anziano, l'uomo giovane, l'uomo esperto in arti marziali (sheng), a ruoli femminili quali la donna modesta e gentile, quella vivace e maliziosa, la donna dall'aspetto marziale e quella anziana (dan), ai ruoli maschili dal "volto dipinto" di generali forti ed eroici (jin) e a ruoli comici (chou), che possono essere sia maschili che femminili.

Durante la tappa romana (22-27 settembre 2014) della settimana mondiale degli Istituti Confucio - l'istituzione creata dal Ministero dell'Istruzione cinese per la diffusione della lingua e della cultura cinese nel mondo - alcuni giovani attori dell'Accademia d'arte di Sanghai si sono esibiti in tre spettacoli (Giornata dell'Opera di Pechino) per fare conoscere al pubblico romano le caratteristiche salienti di questo genere di teatro.

Nelle rappresentazioni dell'Opera di Pechino colpisce l'estrema simbolizzazione dei ruoli e delle azioni: malgrado i costumi, le situazioni sceniche, il trucco, le musiche siano lontanissimi dal nostro immaginario, essi sanno parlare profondamente anche allo spettatore occidentale. In termini junghiani potremmo definire l'Opera di Pechino una forma di teatro archetipico nella quale sono messe in scena esperienze comuni al genere umano in modalità fortemente connotate sul versante antropologico-culturale.


A proposito delle forme artistiche che riescono a parlare a tutti, Jung scrive che "colui che parla con immagini primordiali è come se parlasse con mille voci. Egli afferra e domina, e al tempo stesso eleva, ciò che ha designato dallo stato di precarietà e di caducità alla sfera delle cose eterne." (C.G. Jung, Psicologia e arte poeticaOpere, vol. 10*, p. 353).

L'incontro con forme culturali "altre", come il teatro dell'Opera di Pechino, fa cogliere sia il livello essenziale dell'esperienza umana, sia la specificità delle forme culturali in cui si esprime: un modo per compiere anche attraverso la realtà esterna quel percorso di integrazione psichica che Jung ha chiamato "processo d'individuazione".


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The Peking Opera in Rome


                                                (photo viaggioincina.com)


Marta Tibaldi

The Peking Opera in Rome


Sheng, dan, jin and chou are the four main characters of the Peking Opera. Four types of actors enacting respectively authoritative male roles as the old man, the young man, the master in martial artes (sheng); female roles as the humble and gentle woman, the vivacious and malicious woman, the woman with a martial aspect and the old woman (dan); male roles with "painted faces" as strong and heroic generals (jin); comic roles that may be both feminine or masculine (chou).

During their roman stopover for the International week of the Confucius Institute - the institution established by the Chinese Ministry of  Education to spread the Chinese language and culture all over the world - some young actors belonging to the Shanghai Art Academy performed three shows (Day of the Peking Opera) to let Rome's audience familiarise with the main features of this kind of theatre.




The Peking Opera actors strongly impressed the public for their ability to perform the extreme symbolization of their roles and actions on the stage: despite the fact that their costumes and their make up, the music and the set were definetely far from the Western sensibility and imagery, they deeply moved the audience's emotions. In Jungian terms The Peking Opera is a kind or archetypal theatre in which the common human experiences and their specific cultural connotation were showed together.

Jung states that true art speaks to everybody with primordial images and with thousand voices (C.G. Jung, Ueber die Beziehung der analytischen Psychologie zum dichterischern Kunstwerk. GW 15, parr. 97-132 [1931]): encountering the Peking Opera is defenitely an experience as such. The actors let the public feel the essential level of human experiences and the specificity of the Eastern cultural forms: a way to fulfill the path of psychic integration that Jung called "individuation process" also throught the encounter with the world.




Marta Tibaldi, Profilo professionale e pubblicazioni

domenica 21 settembre 2014

Il metodo dell'immaginazione attiva di Carl Gustav Jung. Tre seminari teorico-pratici a Napoli e a Milano


Marta Tibaldi
Il metodo dell’immaginazione attiva di Carl Gustav Jung
Tre seminari teorico-pratici
             
               
                Che cosa è il metodo dell’immaginazione attiva junghiana e in che cosa consiste la sua pratica? La recente pubblicazione de Il Libro Rosso di Carl Gustav Jung ha risvegliato l’interesse per questo metodo, che svolge un ruolo imprescindibile nel processo di realizzazione di sé che ciascun individuo, più o meno consapevolmente, persegue nel corso della propria esistenza. Strumento di conoscenza e di trasformazione dell’intera personalità, l’immaginazione attiva junghiana aiuta a recuperare e a stabilizzare il benessere psicofisico, ma anche a dare forma a potenzialità e risorse di cui non siamo consapevoli (da M. Tibaldi, Pratica dell’immaginazione attiva. Dialogare con l’inconscio e vivere meglio, La Lepre, Roma 2011).
                I tre seminari condotti da Marta Tibaldi saranno dedicati alla presentazione del metodo dell’immaginazione attiva dal punto di vista sia teorico che pratico, con una particolare attenzione alla storia della sua genesi, a come ci si possa confrontare con le immagini inconsce attraverso il dialogo verbale e la scrittura, all’importanza di quella che Jung definisce “la presa di posizione etica”, ovvero la piena assunzione di responsabilità nei confronti della psiche inconscia che permette di “trasformare la conoscenza in vita”:



1.      Pratica dell'immaginazione attiva: genesi del metodo (Napoli, sabato 18 ottobre 2014; Milano, sabato 18 aprile 2015); SEDI E ORARI DA DEFINIRE

2.       Pratica dell'immaginazione attiva: a confronto con l'inconscio (Napoli, sabato 15 novembre 2014; Milano, sabato 9 maggio 2015); SEDI E ORARI DA DEFINIRE

3.       Pratica dell'immaginazione attiva: “trasformare la conoscenza in vita” (Napoli, sabato 13 dicembre 2014; Milano, sabato 6 giugno 2015) SEDI E ORARI DA DEFINIRE


ENTRO FINE MESE SARA' DATA COMUNICAZIONE DELL'ORARIO E DELLA SEDE DEL PRIMO SEMINARIO DI NAPOLI 

martedì 16 settembre 2014

Jung fu davvero un allievo di Freud?

In questo breve video Marta Tibaldi spiega la specificità dell'insegnamento junghiano.





Per approfondire:
Sonu Shamdasani 
Liber Novus. Il "Libro Rosso" di C.G. Jung, in C.G. Jung, Il Libro Rosso, Bollati Boringhieri, Torino 2010, pp. 193-221.