Marta Tibaldi
Colorare fa bene. Colorare mandala ancora di più
(ma senza essere ingenui)
La moda attuale di colorare è una pratica salutare che può attivare contenuti emotivi anche disturbanti. Come tutte le attività che coinvolgono dimensioni inconsce della psiche anche colorare richiede prudenza e consapevolezza psichica.
(ma senza essere ingenui)
La moda attuale di colorare è una pratica salutare che può attivare contenuti emotivi anche disturbanti. Come tutte le attività che coinvolgono dimensioni inconsce della psiche anche colorare richiede prudenza e consapevolezza psichica.
E' recente la notizia che colorare fa bene alla salute. Lo psicologo Ben Michaelis (fonte: Bustle) sostiene che l'azione del colorare abbia tra i suoi effetti positivi anche quello di rilassare l'amigdala, la parte del cervello che processa le emozioni, soprattutto la paura. L'azione del colorare produrrebbe una condizione psicofisica simile a quella della meditazione: la mente si svuota dai pensieri e dalle preoccupazioni e, concentrandosi sull'immagine da colorare, dà libero corso allo spontaneo fluire dei processi psichici.
Jung fu ben consapevole che disegnare e colorare i propri disegni avesse un effetto calmante sulla psiche e aprisse la mente alle dinamiche del processo di individuazione e al confronto con l'inconscio. Negli anni di quella che Henri F. Ellenberger definisce la sua "malattia creativa", lo zurighese fece fronte al turbolento e pericoloso costellarsi di emozioni intense grazie anche al disegnare e al colorare.
Il Libro Rosso raccoglie i sogni, le fantasie, le visioni e le immaginazioni attive degli anni della grande crisi e dei profondi cambiamenti compresi tra il 1913 e il 1930 ed è anche un'affascinante galleria dei disegni di Jung, soprattutto in forma di mandala.
Il mandala in sanscrito significa "cerchio magico" e simbolicamente è un analogo del temenos greco, lo spazio riservato al culto del dio. Per Jung il mandala è la rappresentazione visibile delle dinamiche inconsce profonde, personali ma soprattutto archetipiche: disegnare e colorare mandala è un modo per entrare intenzionalmente in relazione con il Sé, con la parte più profonda della psiche, partecipando attivamente al processo di individuazione.
L'attuale moda di colorare libri di disegni è senza dubbio una pratica salutare che può produrre un effetto di rilassamento e di benessere sulla coscienza. Non bisogna però dimenticare che a ogni rilassamento cosciente corrisponde un'attivazione inconscia le cui manifestazioni non possiamo prevedere a priori.
Ben vengano dunque i libri per colorare, consapevoli però dell'attivarsi della totalità psichica, dell' "evocazione del dio": "Un elemento caratteristico di ogni viaggio attraverso l'inconscio è il verificarsi di ciò che Jung ha chiamato enantiodromia. Questa parola, che risale a Eraclito, significa il "ritorno dell'opposto". Certi processi mentali si trasformano a un certo punto nei loro opposti, come ad opera di una sorta di autoregolazione. [...] Questo misterioso fenomeno di spontaneo capovolgimento della regressione è stato sperimentato da tutti coloro che sono passati con successo attraverso una malattia creativa, ed è diventato un aspetto caratteristico della terapia sintetico-ermeneutica junghiana." (H.F. Ellenberger, La scoperta dell'inconscio. Storia della psichiatria dinamica, Boringhieri, Torino 1970, p. 826).
Coloriamo dunque e coloriamo mandala con rilassamento e benessere, ma non facciamolo ingenuamente: "Conosciamo soltanto la superficie delle cose, sappiamo soltanto come esse ci appaiono, e dobbiamo perciò farci molto modesti. [...]Soltanto] chi percepisce contemporaneamente la propria ombra e la propria luce, vede se stesso dai due lati e, in tal modo, raggiunge il centro." (C.G. Jung, Bene e male nella psicologia analitica, O 11, p. 471 e p. 475).
Jung fu ben consapevole che disegnare e colorare i propri disegni avesse un effetto calmante sulla psiche e aprisse la mente alle dinamiche del processo di individuazione e al confronto con l'inconscio. Negli anni di quella che Henri F. Ellenberger definisce la sua "malattia creativa", lo zurighese fece fronte al turbolento e pericoloso costellarsi di emozioni intense grazie anche al disegnare e al colorare.
(foto: veneziadavivere.com)
Il Libro Rosso raccoglie i sogni, le fantasie, le visioni e le immaginazioni attive degli anni della grande crisi e dei profondi cambiamenti compresi tra il 1913 e il 1930 ed è anche un'affascinante galleria dei disegni di Jung, soprattutto in forma di mandala.
Il mandala in sanscrito significa "cerchio magico" e simbolicamente è un analogo del temenos greco, lo spazio riservato al culto del dio. Per Jung il mandala è la rappresentazione visibile delle dinamiche inconsce profonde, personali ma soprattutto archetipiche: disegnare e colorare mandala è un modo per entrare intenzionalmente in relazione con il Sé, con la parte più profonda della psiche, partecipando attivamente al processo di individuazione.
Coloriamo dunque e coloriamo mandala con rilassamento e benessere, ma non facciamolo ingenuamente: "Conosciamo soltanto la superficie delle cose, sappiamo soltanto come esse ci appaiono, e dobbiamo perciò farci molto modesti. [...]Soltanto] chi percepisce contemporaneamente la propria ombra e la propria luce, vede se stesso dai due lati e, in tal modo, raggiunge il centro." (C.G. Jung, Bene e male nella psicologia analitica, O 11, p. 471 e p. 475).
(foto: simbolivivi.com)
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