martedì 22 ottobre 2019

La cattiva abitudine di non salutare

Marta Tibaldi
La cattiva abitudine di non salutare 




Anche oggi l'ho incontrata. Ha guardato davanti a sé per evitare di salutarmi. Da quanto tempo mette in atto questo comportamento? un anno, forse due, da quando è accaduto un fatto nel quale non ho avuto alcun coinvolgimento diretto. Il suo non salutare è dunque un modo di comportarsi inadeguato e male indirizzato. In queste situazioni, la verità dei fatti e la capacità di confrontarsi con punti di vista diversi dal proprio non trovano spazio: esiste una sola narrazione, la nostra, che in questo caso è difensiva e ostile. 

Non ho potuto fare a meno di pensare, in termini più generali, all'inadeguatezza emotiva di coloro che mettono in atto comportamenti del genere: a ben guardare, un'esplicita dichiarazione di debolezza emotiva e di incompetenza sociale.

Un tempo la cosiddetta "buona educazione" aiutava a sviluppare abilità relazionali: si imparava a "comportarsi", ovvero si diventava consapevoli delle situazioni sociali, delle persone e delle circostanze con le quali ci si sarebbe trovati ad interagire, sapendo quali comportamenti adottare. Da quando queste abilità soft sono cadute in disuso - non c'è dubbio che la mancanza di educazione sia oggi imperante - abbiamo bisogno di rendere nostre in altri modi le abilità che caratterizzano l'intelligenza emotiva: la consapevolezza delle nostre emozioni, l'autocontrollo e l'autoregolazione emotiva, la capacità di motivare noi stessi e gli altri, l'empatia, le abilità sociali.

L'analisi del profondo si fa carico, tra l'altro, di questa alfabetizzazione emotiva, mettendo nella condizione di sapere che cosa fare delle proprie emozioni positive e negative, di superare i conflitti in modo costruttivo, di imparare a tollerare le frustrazioni e a sostenere i propri obiettivi, di andare d'accordo con gli altri. 



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