lunedì 16 giugno 2014

Quale immagine inconscia abbiamo dei "Cinesi"?


Marta Tibaldi
Quale immagine inconscia abbiamo dei "Cinesi"?

“[…] Da qualche tempo – forse da quando la presenza dei cinesi e delle loro merci è massicciamente aumentata nelle nostre città – nei loro confronti sembra prevalere un atteggiamento di sospetto se non addirittura di ostilità, spesso non supportato da alcuna conoscenza diretta della cultura e della realtà cinesi né da alcuna curiosità a riguardo.

In un certo immaginario collettivo italiano l’immagine del 'cinese' e di ciò che è cinese sembra costellare, infatti, una reazione irrazionale e inconscia a ciò che è sconosciuto e che appare particolarmente lontano e diverso dai nostri usi e costumi, che su veri elementi di conoscenza. Sebbene da un lato i cinesi siano assimilati ai molti migranti che arrivano in Italia, dall'altro essi sembrano essere sperimentati come “più diversi” degli altri – un leitmotiv di lamentela nei loro confronti riguarda, ad esempio il loro essere una comunità chiusa. I cinesi sono percepiti come più temibili proprio perché più indecifrabili e inafferrabili di altri e per questo la loro immagine tende ad attirare su di sé ampie proiezioni di ombra individuale e collettiva.

Come è noto, nella psicologia analitica junghiana con il termine “ombra” si indicano quegli aspetti sgradevoli e non riconosciuti di sé o della propria cultura che, proprio perché inconsci, tendono a essere proiettati all'esterno.
Una delle prime tappe del percorso analitico consiste nel confrontarsi con l’ombra, ovvero nel riconoscere quei nostri aspetti inconsci che più sono suscettibili di proiezione. “Venire a patti con l’ombra” è il processo che ci permette di integrare questi aspetti  aprendo la possibilità di un vero dialogo tra noi e ciò che è altro da noi.
In questo senso la riflessione analitica sull'immagine inconscia del “cinese interno” diventa un prerequisito ineludibile per chi voglia lavorare come analista junghiano in Cina.

(Foto Marta Tibaldi)

In un seminario tenuto a Hong Kong ho affrontato in modo ampio il tema degli aspetti inconsci delle immagini del “cinese” e dell’ “occidentale” interni, riflettendo sulle reciproche proiezioni: se da un lato gli “occidentali” tendono ad avere un’immagine negativa dei “cinesi”, dall'altro i “cinesi” sembrano , all'opposto, avere di noi un’immagine idealizzata. Il “cinese” e l’ “occidentale” si rivelano dunque immagini inconsce molto cariche emotivamente e per questo prendere coscienza di come agiscano al nostro interno, ci aiuta a “venire a patti” con esse, ritirando le proiezioni negative o le idealizzazioni e superando pregiudizi personali e culturali. [...]”.

Per saperne di più vedi M. Tibaldi, La psicoanalisi junghiana in Cina. Un dialogo tra Est e Ovest, in Studi Junghiani, vol. 19, nn. 1-2, 2013, pp. 131-143
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