Dott. Marta Tibaldi - Psicologa – Psicoterapeuta – Psicologa analista junghiana (AIPA-IAAP) - Didatta dell’Associazione Italiana di Psicologia Analitica (AIPA) e dell’International Association for Analytical Psychology (IAAP)
Psicologia analitica e psicologia complessa: attualità del pensiero di C.G. Jung
La psicologia analitica e la psicologia complessa concorrono insieme alla possibilità di centrare la nostra vita su ciò che davvero siamo e sulle nostre potenzialità.
Nel video Immaginazione attiva e dimensione archetipica (Open Day AIPA Milano 2020) illustro brevemente l’importanza del metodo dell’immaginazione attiva nel confronto con le immagini inconsce non soltanto personali ma anche impersonali, ovvero archetipiche.
In una situazione eccezionale come quella del Covid-19, la possibilità di creare in modo intenzionale e attivo un dialogo in stato di veglia con gli aspetti archetipici della nostra psiche, si rivela una preziosa risorsa di trasformazione, di crescita e di comprensione di ciò che sta accadendo. Il confronto con le immagini archetipiche attraverso il metodo dell'immaginazione attiva valorizza, inoltre, le linee prospettiche della personalità, verso l'individuazione e la costruzione del significato di ciò che stiamo vivendo.
My contribution to the Volume 3, Winter, 2020, #2 of
Psychoanalysis and Psychotherapy in China
ed. by David Scharff
and Gertraud Schlesinger-Kipp, Guest Co-Editor
On track for publication before the end of the year 2020
Phoenix Publishing House, London
Abstract: In the Far East, Guan Yin, the Goddess of Mercy, is the one who "listens to the cries of the world". Depicted by gigantic white statues, she is the feminine personification of the Bodhisattva Avalokitesvara and represents an archetypal figure dear to Chinese women and men. In Hong Kong and in Taipei, Taiwan, she is consulted by throwing two moon blocks or ritual sticks according to the rules of Chinese divination. The goddess is a real presence who acts in a real way: when questioned, she answers, defying a synchronistic and extroverted field of knowledge and meaning. In my paper I highlight the importance of approaching in a cross-cultural, sensitive way such a slippery cultural phenomenon as the use of divination in that part of China, investigating a possible parallelism between this form of dialogue with archetypal images and the Jungian method of active imagination. Developing a cross-cultural sensibility towards Chinese divinatory practices, as they practice them, without either prejudicially declaring them superstition or considering them as a form of magic, can have a transformative effects both on Eastern and Western imagery. In the case of Chinese people, this sensibility develops the ability to examine, psychologically, a phenomenon whose deeper meaning often remains unconscious. In the case of Westerners, this sensibility creates an experience of active imagination in extrovert form. In both cases, when approached from a Jungian perspective, the Chinese divinatory practice leads to experiencing the transformative reality of the extroverted and synchronistic imaginal action.
Il mio contributo al Volume 3, inverno 2020, #2 di
Psychoanalysis and Psychotherapy in China
a cura di David Scharff, Editor e di Gertraud Schlesinger-Kipp, Guest Co-Editor in corso di stampa
Riassunto:In Estremo Oriente Guan Yin, la dea della compassione, è colei che “ascolta le grida del mondo”. Raffigurata da grandi statue bianche, è la personificazione femminile del Bodhisattva Avalokitesvara ed è una figura archetipica cara alle donne e agli uomini cinesi. A Hong Kong e a Taipei, Taiwan Guan Yin è consultata lanciando due mezze lune o dei bastoncini rituali secondo le regole della divinazione cinese. La dea è una presenza reale che svolge un’azione reale: quando è interrogata risponde, definendo un campo estroverso di conoscenza e di significato di tipo sincronistico. Nel mio articolo sottolineo l’importanza di avvicinare con sensibilità interculturale un fenomeno scivoloso come quello della divinazione cinese, così come l'ho vista praticare dai routers (allievi in formazione) cinesi e taiwanesi, interrogandomi su un possibile parallelismo tra questa forma di dialogo con le immagini inconsce e l’immaginazione attiva junghiana. Sviluppare una sensibilità interculturale nei confronti delle pratiche divinatorie cinesi, senza liquidarle pregiudizialmente come superstizione né usandole, al contrario, in modo magico, può avere effetti trasformativi sull’immaginario orientale e su quello occidentale: nel caso dei cinesi, dando trasparenza psichica a un fenomeno il cui significato profondo è spesso inconscio; nel caso degli occidentali, facendo fare un’esperienza di immaginazione attiva in forma estroversa; in entrambi i casi, se avvicinato con uno sguardo psicologico-analitico simbolico e complesso, il confronto con la pratica divinatoria offre la possibilità di sperimentare la realtà dell’azione immaginale estroversa di tipo sincronistico. Copyright 2020