Riporto di seguito alcune parti del mio scritto
"Trauma zero. Storia di un lutto complesso non guarito",
che può essere letto integralmente in:
"Potrebbe sembrare incongruo scrivere di un lutto traumatico non guarito in un libro che racconta in che modo superare con successo i traumi complessi. Potrebbe sembrare, ma in realtà se ho deciso di raccontare qualcosa di apparentemente dissonante rispetto al tema del libro l'ho fatto, e contrario, per focalizzare sia l'importanza di interventi adeguati, tempestivi e mirati, soprattutto nel caso di traumi infantili, sia per pensare il trauma anche dal punto di vista della sua complessità interna e di ciò che aggiunge, seppure in modo drammatico, allo sviluppo della personalità. Come psicologa analista jughiana avrei anche potuto raccontare in che modo tratto i vissuti somatici post-traumatici, attraverso, ad esempio, l'ascolto immaginale del corpo e la lettura delle sue tracce simboliche nei sogni (Tibaldi 2011). Avrei potuto, ma raccontare l'esperienza del trauma dal punto di vista di una bambina traumatizzata e un'adulta con un trauma complesso non guarito, mi offre l'opportunità di descrivere il mondo interno del trauma dalla prospettiva della mia stessa oggettività, dando parole a un'esperienza che si è inscritta in me con l'immagine della deflagrazione di una bomba atomica (Tibaldi 2015).
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Mai come in questi anni si è parlato tanto di trauma e vari sono gli approcci che si pongono come obiettivo quello di superare il trauma coinvolgendo la memoria somatica, come avviene nelle terapie bottom-up. Non c'è dubbio che le esperienze traumatiche possano bloccare temporaneamente o cronicamente il normale funzionamento psichico ed espongano per questo a disagi emotive sintomi fisici anche gravi: preziose dunque le terapie descritte in questo libro, che danno sollievo a chi del trauma è rimasto vittima. Dal punto di vista del profondo sappiamo però che nell'esperienza traumatica molti sono gli aspetti ambivalenti e contraddittori che agiscono in modo anche inconscio. L'esperienza traumatica può quindi contenere in sé sia il desiderio della sua risoluzione sia quello opposto [...] di non voler recidere il legame on gli oggetti d'amore perduti. Riconoscere come nostre anche le spinte psichiche che si oppongono al superamento del trauma, accettandole e dando loro spazio e tempo per essere integrate alla coscienza, è un passaggio ineludibile affinché tutta l'esperienza traumatica faccia il suo corso, portandoci, se possibile, oltre il trauma stesso, di cui comunque non si cancellerà traccia e che diventerà una parte costitutiva della nostra personalità.
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Nel caso di traumi gravi non c'è dubbio che un intervento veloce e mirato sia fondamentale, soprattutto quando si tratta di traumi infantili, per evitare che la psiche si organizzi intorno a una scissione verticale della personalità (cfr, Kohut 2002; Goldberg 2001). Per gli adulti post-traumatici complessi, che da bambini non abbiano avuto possibilità di cura, è fondamentale la costruzione di uno spazio individuale e sociale per gli aspetti anche oscuri della psiche, in grado di contenere non soltanto il desiderio di superare il trauma ma anche il suo opposto, lungo una logica circolare di circumnavigazione piuttosto che lineare di superamento. In questo percorso le tecniche
bottom-up costituiscono una risorsa ampiamente positiva che, insieme al lavoro immaginale sul Sé, inscrivono la complessità traumatica in una trama di senso che contenga anche il non-senso.
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Marta Tibaldi, Profilo professionale e pubblicazioni