Marta Tibaldi
La "moda stabile"
Colori brillanti, pantaloni, abiti e maglie coordinati e infine sciarpe da abbinare che aggiungono un ulteriore tocco di eleganza. Nel
cuore di Roma c’è un negozio di moda del tutto particolare, che permette di fare un'esperienza psicologica inconsueta. Tutto è curato e pensato per il benessere delle clienti: le vetrine, le luci, i colori, i fiori, l'ordine dei vestiti e delle maglie, la gentilezza del personale e l'attento sguardo della titolare, creatrice della sua moda, che segue e consiglia personalmente le clienti.
Chiedo a Sara Maghnagi che cosa ispiri il suo lavoro e la sua creatività e ricevo una risposta sorprendente:
"Ho cominciato a lavorare all'ingrosso, aiutando mio padre nel commercio. Ero giovane, ma già da allora ho sentito l'esigenza di introdurre nella moda femminile i colori brillanti. All'epoca l'abbigliamento femminile prediligeva il bordeaux, il blu, il grigio e il marrone. La mia ricerca invece si è diretta verso la scelta di colori che potessero esprimere energia ed emozioni positive. Ho creato la mia moda pensando da un alto alla donna che non ha grandi disponibilità economiche ma che vuole comunque essere elegante - nelle mie collezioni c'è sempre un capo raffinato che costa poco ed è accessibile a tutte - dall'altro a chi ha già tutto nell'armadio ma vuole qualcosa di diverso che duri nel tempo. In entrambi i casi ho sempre tenuto in conto il benessere della donna e il rispetto delle sue esigenze. I miei vestiti sono pensati per dare alla donna dignità ed eleganza, per essere alla moda ma anche per durare nel tempo. Potrei dire che la mia è una moda che coniuga rinnovamento e stabilità."
Delle sue parole mi colpiscono la sensibilità e l'attenzione per le esigenze delle donne, anche le meno abbienti, e ciò che a prima vista sembrerebbe una contraddizione in termini: la ricerca e la creazione di una "moda stabile".
Siamo abituati a considerare la moda un fenomeno passeggero, che dura una stagione: "Si parla di moda solo quando il cambiamento è ricercato di per sé e avviene a un ritmo relativamente incalzante. [...] La sua essenza è il cambiamento per il puro cambiamento." (cfr. L. F. H. Svendsen, La filosofia della moda, Guanda, Parma 2006, p. 21 e p. 23). Ogni stagione si discosta dalla precedente, anche se la motivazione al cambiamento a volte sembra di natura soprattutto commerciale: se ciò che porto quest’anno non andrà più di moda l'anno prossimo, sarò costretta a sostituirlo con capi nuovi. La filosofia che sta alla base del rapporto venditore-cliente sembra spesso quella del vantaggio del venditore, fino all'estremo limite dell'inganno del cliente: quante volte ci siamo accorte che il capo che ci è stato venduto perchè ci stava benissimo, una volta indossato a casa in realtà sta malissimo?
Siamo abituati a considerare la moda un fenomeno passeggero, che dura una stagione: "Si parla di moda solo quando il cambiamento è ricercato di per sé e avviene a un ritmo relativamente incalzante. [...] La sua essenza è il cambiamento per il puro cambiamento." (cfr. L. F. H. Svendsen, La filosofia della moda, Guanda, Parma 2006, p. 21 e p. 23). Ogni stagione si discosta dalla precedente, anche se la motivazione al cambiamento a volte sembra di natura soprattutto commerciale: se ciò che porto quest’anno non andrà più di moda l'anno prossimo, sarò costretta a sostituirlo con capi nuovi. La filosofia che sta alla base del rapporto venditore-cliente sembra spesso quella del vantaggio del venditore, fino all'estremo limite dell'inganno del cliente: quante volte ci siamo accorte che il capo che ci è stato venduto perchè ci stava benissimo, una volta indossato a casa in realtà sta malissimo?
Prendendo a prestito la teoria matematica dei giochi (cfr. J. F. Nash jr., Essays on Game Theory, Edward Elgar Publishing, Cheltenham (UK), 1996) il rapporto tra negoziante e cliente sembra collocarsi più nella logica win-lose, ovvero "uno vince-uno perde", dove chi perde è il cliente, che in quella win-win, ("vinco io-vinci tu"), nel senso della reciproca soddisfazione del negoziante e del cliente.
Diversissimo il rapporto che Sara Meghnagi instaura con le sue clienti e con la moda: un approccio che per certi versi sa più di Oriente che di Occidente. L'equilibrio dinamico tra le polarità dello yin e dello yang, il concetto di unità degli opposti e il loro dispiegarsi armonioso sono al fondamento del pensiero cinese e delle relazioni interpersonali.
Mentre gli Occidentali tendono a essere più individualistici e competitivi, i Cinesi ritengono che tutti gli esseri umani siano interconnessi e che l'armonia sia il bene maggiore verso cui tendere; non amano i conflitti e preferiscono ricorrere alla diplomazia piuttosto che all'aggressività, essendo convinti che le situazioni più desiderabili siano quelle che prevedono la soddisfazione di tutti. In questo senso il pensiero cinese è fondamentalmente dialettico e si fonda sulla consapevolezza che quando le cose vanno bene bisogna prevedere anche i tempi cattivi, mentre nelle difficoltà è opportuno essere pazienti in attesa delle trasformazioni. (cfr.G. Baker - Helen Zhang, Inside the Chinese Mind. A Guide on How the Chinese Think, Cengage Learning Asia Pte Ltd., Singapore 2012, p. 18).
Mentre gli Occidentali tendono a essere più individualistici e competitivi, i Cinesi ritengono che tutti gli esseri umani siano interconnessi e che l'armonia sia il bene maggiore verso cui tendere; non amano i conflitti e preferiscono ricorrere alla diplomazia piuttosto che all'aggressività, essendo convinti che le situazioni più desiderabili siano quelle che prevedono la soddisfazione di tutti. In questo senso il pensiero cinese è fondamentalmente dialettico e si fonda sulla consapevolezza che quando le cose vanno bene bisogna prevedere anche i tempi cattivi, mentre nelle difficoltà è opportuno essere pazienti in attesa delle trasformazioni. (cfr.G. Baker - Helen Zhang, Inside the Chinese Mind. A Guide on How the Chinese Think, Cengage Learning Asia Pte Ltd., Singapore 2012, p. 18).
La filosofia della moda di Sara Meghnagi è basata su un'analoga ricerca dialettica dell'armonia, che si esprime appunto nella creazione di una "moda stabile": anno dopo anno è possibile trovare modelli simili nella concezione di base, ma
diversi nei particolari, nei colori o nel taglio, in un intrecciarsi creativo di stabilità e di trasformazione.
In un periodo di crisi e di insicurezza come quello attuale nel quale la capacità relazionale e di mediazione collettiva sembra sempre più in disfacimento, l'offerta di una "moda stabile" basata sul rispetto, sulla gentilezza e sul principio della vincita reciproca (win-win) non solo dà sollievo e benessere, ma è degna di essere segnalata come tendenza vincente per il futuro.
Copyright 2014
(Foto di Marta Tibaldi)
1 commento:
grazie, direi che si avvicina al mio concetto di moda: colori vivaci, idee originali, non usuali, ma portabili facilmente negli anni!
a parte mi piacerebbe conoscere l'indirizzo del negozio, casomai ricapiterò a Roma!
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