sabato 26 ottobre 2019

Ghosting. La violenza relazionale

Marta Tibaldi
Ghosting
La  violenza relazionale



Se ne parla, se ne scrive, se ne fa esperienza: il ghosting è la sparizione inattesa, improvvisa e senza alcuna spiegazione di una persona con cui abbiamo instaurato un rapporto di fiducia e che abbiamo fatto entrare nei nostri spazi fisici e psichici più privati, rinunciando a qualunque forma di difesa. Il ghosting è un fenomeno che colpisce la fiducia relazionale in modo imprevisto e traumatico.

Il primo effetto del fenomeno del ghosting è quello di disorientare chi ne è oggetto, facendolo dubitare del proprio comportamento e interrogare su eventuali mancanze o responsabilità. In realtà il ghosting è un agìto di dinamiche d'ombra, più o meno dissociate e proiettate, da parte di chi lo mette in atto: l'ambivalenza emotiva, la viltà, l'aggressività e l'invidia ne sono alcuni aspetti. 

Chi è oggetto di ghosting si tranquillizzi: il problema non è di chi lo subisce ma di chi lo mette in atto. L'esperienza analitica  aiuta a comprendere i meccanismi profondi di questa modalità relazionale distruttiva e sostiene i ghosted sulla via dell'integrità psichica e dell'etica interpersonale.



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martedì 22 ottobre 2019

La cattiva abitudine di non salutare

Marta Tibaldi
La cattiva abitudine di non salutare 




Anche oggi l'ho incontrata. Ha guardato davanti a sé per evitare di salutarmi. Da quanto tempo mette in atto questo comportamento? un anno, forse due, da quando è accaduto un fatto nel quale non ho avuto alcun coinvolgimento diretto. Il suo non salutare è dunque un modo di comportarsi inadeguato e male indirizzato. In queste situazioni, la verità dei fatti e la capacità di confrontarsi con punti di vista diversi dal proprio non trovano spazio: esiste una sola narrazione, la nostra, che in questo caso è difensiva e ostile. 

Non ho potuto fare a meno di pensare, in termini più generali, all'inadeguatezza emotiva di coloro che mettono in atto comportamenti del genere: a ben guardare, un'esplicita dichiarazione di debolezza emotiva e di incompetenza sociale.

Un tempo la cosiddetta "buona educazione" aiutava a sviluppare abilità relazionali: si imparava a "comportarsi", ovvero si diventava consapevoli delle situazioni sociali, delle persone e delle circostanze con le quali ci si sarebbe trovati ad interagire, sapendo quali comportamenti adottare. Da quando queste abilità soft sono cadute in disuso - non c'è dubbio che la mancanza di educazione sia oggi imperante - abbiamo bisogno di rendere nostre in altri modi le abilità che caratterizzano l'intelligenza emotiva: la consapevolezza delle nostre emozioni, l'autocontrollo e l'autoregolazione emotiva, la capacità di motivare noi stessi e gli altri, l'empatia, le abilità sociali.

L'analisi del profondo si fa carico, tra l'altro, di questa alfabetizzazione emotiva, mettendo nella condizione di sapere che cosa fare delle proprie emozioni positive e negative, di superare i conflitti in modo costruttivo, di imparare a tollerare le frustrazioni e a sostenere i propri obiettivi, di andare d'accordo con gli altri. 



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venerdì 18 ottobre 2019

Conoscersi per conoscere - Il tombino cinese


(foto Marta Tibaldi)

Marta Tibaldi

Conoscersi per conoscere
Il tombino cinese


Il blog Conoscersi per conoscere nasce dal desiderio di offrire uno spazio di riflessione e di confronto su temi psicologico-analitici emergenti, nel quadro di un crescente disagio emotivo individuale e collettivo e di un generale scadimento delle relazioni umane.

La spirale del logo è l'immagine stilizzata di un tombino cinese, che ho visto la prima volta a Canton (Guanzhou) e successivamente a Hong Kong. Il tombino è il manufatto che favorisce il passaggio e la trasformazione delle acque piovane in acque reflue; esso rappresenta quindi la soglia che tiene insieme realtà opposte. A sua volta la spirale è un simbolo di morte e rinascita e indica la ciclicità della vita. Il tombino   è dunque un oggetto apparentemente "vile", che connette esterno e interno, cielo e terra, visibile e invisibile: il tombino cinese a spirale è la soglia simbolica che definisce le connessioni intrapsichiche, interpersonali e interculturali di cui il blog Conoscersi per conoscere aspira ad occuparsi.

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mercoledì 16 ottobre 2019

domenica 13 ottobre 2019

Pratica dell'immaginazione attiva. Dialogare con l'inconscio e vivere meglio (traduzione in cinese semplificato) - Marta Tibaldi, 2018, Beijing United Publishing Co., Ltd.





Pratica dell'immaginazione attiva. Dialogare con l'inconscio e vivere meglio (traduzione in cinese semplificato) - Marta Tibaldi, 2018, Beijing United Publishing Co., Ltd.

Casa editrice: Beijing United Publishing Co., Ltd., Beijing

ISBN: 978755962491
pagine: 232
data di pubblicazione 2018


Nel 2018 Pratica dell’immaginazione attiva. Dialogare con l’inconscio e vivere meglio, è stato pubblicato in cinese semplificato dalla Beijing United Publishing Co., Ltd.
Anche l’edizione in cinese semplificato, come quella in cinese mandarino, è corredata dell’Avvertenza che spiega al pubblico cinese il significato di alcuni riferimenti culturali italiani e dall’Appendice, che illustra come fare immaginazione attiva, utilizzando la mia tecnica di scrittura Active Deep Writing, propedeutica alla pratica del metodo stesso.


Pratica dell'immaginazione attiva. Dialogare con l'inconscio e vivere meglio (traduzione in cinese mandarino) - Marta Tibaldi, 2017, PsyGarden Publishing Company


Pratica dell'immaginazione attiva. Dialogare con l'inconscio e vivere meglio (traduzione in cinese mandarino) - Marta Tibaldi, 2017, PsyGarden Publishing Company   



Casa editrice: PsyGarden Publishing Company, Taipei, Taiwan
ISBN: 9789863570943
pagine: 204
data di pubblicazione: 2017


Nel 2017 Pratica dell’immaginazione attiva. Dialogare con l’inconscio e vivere meglio è stato tradotto in cinese mandarino dalla casa editrice PsyGarden Publishing Company, Taipei, Taiwan.
L’edizione in cinese tradizionale è stata corredata di un’Avvertenza che spiega al pubblico cinese il significato di alcuni riferimenti culturali italiani presenti nel testo originale e da un’Appendice, che illustra come fare immaginazione attiva, utilizzando in particolare la mia tecnica di scrittura Active Deep Writing, che è propedeutica alla pratica del metodo stesso.



venerdì 11 ottobre 2019

Transcultural identities. Jungians in Hong Kong - M. Tibaldi with T. Chan, M. Chiu, M. Lee, B. Tam, E.T. Wong, 2016, Artemide Ed.


Transcultural identities. Jungians in Hong Kong - M. Tibaldi with T. Chan, M. Chiu, M. Lee, B. Tam, E.T. Wong, Roma 2016, Artemide Edizioni



















TRANSCULTURAL IDENTITIES. JUNGIANS IN HONG KONG
Marta Tibaldi with Teresa Chan, Marie Chiu, Marshall Lee, Brian Tam, Emma Ting Wong

casa editrice: Artemide Ed., Roma

collana: Proteo
ISBN 978-88-7575-260-6
pagine: 120
data pubblicazione: 2016
euro: 18,00

"A heartfelt collection of narratives which serve as a bridge to the world of analytical psychology in Hong Kong. This remarkable corner of the world has produced a number of gifted clinicians who work in multiple languages with highly diverse populations. Master storyteller Marta Tibaldi weaves a set of tales from this group into a wonderful, rich study of transcultural encounters. Treat yourself to a delicious read at this psychological Dim Sum."
(Joe Cambray)

To Hong Kong, the Beloved

Marta Tibaldi

To Hong Kong, the Beloved




This post is dedicated to Hong Kong, a city that I have loved and visited for the last six years. It is also the post with which I would like to conclude the blog "C.G. Jung's between Italy and China", a space made in 2014 on the occasion of my becoming Liaison Person of the Hong Kong Institute of Analytical Psychology (HKIAP) by the International Association for Analytical Psychology Psychology (IAAP).

In the years I spent in Hong Kong, I have been working on the clinical-theoretical training of future Jungian analysts of the city, working among other things on the cultural, intercultural and transcultural aspects of China and Italy. I also dealt with the different ways of treating mental suffering and physical illness, gender identity and analytical identity, as well as developing clinical-theoretical tools such as six-hour modules for the practice of active imagination and the technique of Active Deep Writing, preparatory to the same method. The book Transcultural Identities. Jungians in Hong Kong (Artemide, Roma 2016), written with some colleagues in Hong Kong, is a testimony of this work.


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In Italy is 3 p.m., in Hong Kong is already evening. When connecting with colleagues in Hong Kong, I hear a loud and unusual background noise. I associate it with one of the many street demonstrations now taking place there. The effect on me is a kind of short circuit in time and space between Italy and China, the time zones, my room and the Hong Kong street: today the analytical reflection also needs to take responsibility for this reality and the intense and contradictory psychic suffering that the Hong Kong people are experiencing; today, analytical tools also have to serve the internal and external effects that destructiveness and violence are constellating in the Hong Kong colleagues.

As far as I am concerned, I am aware that I will no longer see Hong Kong as I have known it in the past years: a beautiful and unique city, a living example of transcultural integration. I am aware, like the Hong Kong people, that "the age of innocence" of the city is over and from now on we will all be engaged in a work of defining and building a new individual and social identity.

Those who have loved and love this city are experiencing, on the one hand, a sense of loss for what the city was and, on the other, hope and commitment towards a future that is yet to be built.

To Hong Kong, the Beloved.


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A Hong Kong, l'amata


Marta Tibaldi

A Hong Kong, l'amata


Questo post è dedicato a Hong Kong, città da me molto amata e frequentata assiduamente negli ultimi sei anni. E' anche il post con cui vorrei concludere il blog "C.G. Jung's Analytical Psychology between Italy and China": uno spazio realizzato nel 2014 in occasione della mia nomina a Liaison Person del Hong Kong Institute of Analytical Psychology (HKIAP) da parte dell'International Association for Analytical Psychology (IAAP).

Negli anni passati a Hong Kong mi sono occupata della formazione teorico-clinica dei futuri analisti junghiani della città, lavorando, tra l'altro, sugli aspetti culturali, interculturali e transculturali cinesi e italiani. Mi sono anche occupata dei diversi modi di trattare la sofferenza psichica e la malattia fisica, dell'identità di genere e dell'identità analitica, oltre a mettere a punto strumenti teorico-clinici come i moduli di sei ore per la pratica dell'immaginazione attiva e la tecnica della Scrittura attiva profonda Active Deep Writing, propedeutica al metodo stesso. Il libro Transcultural Identities. Jungians in Hong Kong, scritto con alcuni colleghi di Hong Kong, è la testimonianza di questo lavoro.




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Sono le 15:00 in Italia, a Hong Kong è già sera. Durante un collegamento con i colleghi di Hong Kong, forte e inusuale si impone un rumore di fondo. Lo associo a una delle molte manifestazioni in strada che ormai da settimane stanno sconvolgendo la vita della città. Ciò produce una sorta di corto circuito nel tempo e nello spazio tra Italia e Cina, i fusi orari, la stanza da cui sono collegata e la strada di Hong Kong: oggi la riflessione analitica si fa carico anche di questo dato di realtà e dell'intensa e contraddittoria sofferenza psichica che gli abitanti di Hong Kong stanno vivendo; oggi gli strumenti analitici si mettono al servizio anche degli effetti interni ed esterni che il confronto con la distruttività e la violenza umane stanno costellando nei futuri analisti junghiani della città.

Per quanto mi riguarda, sono consapevole che non vedrò più Hong Kong per come l'ho conosciuta negli anni passati: una città bellissima e unica, un esempio vivacissimo di integrazione transculturale. Sono consapevole, come ne sono più o meno consapevoli gli abitanti di Hong Kong, che "l'età dell'innocenza" della città è finita e che da ora in poi saremo tutti impegnati in un lavoro di costruzione e di definizione di una nuova identità individuale e sociale.


Chi ha amato e ama questa città, non può che condividerne le sofferenze e le contraddizioni, vivendo, da un lato, il senso di perdita per ciò che è stato e, dall'altro, la speranza e l'impegno per un futuro che è tutto da costruire.


A Hong Kong, l'amata.





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