Marta Tibaldi
Transculturalità creativa
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La scelta dell'abito da parte della future spose cinesi è un interessante fenomeno di transculturalità creativa. In Cina il matrimonio tradizionale prevede che la sposa indossi il quipao, un tubino rosso a fiori, una sontuosa mantella ricamata (xiapei) e un copricapo riccamente ornato di gioielli, di frange e di pietre preziose (fengguan).
Da quando la Cina si è aperta all'Occidente, l'uso e del matrimonio in abito bianco lungo e possibilmente con lo strascico ha affascinato le spose cinesi, che lo hanno importato nelle loro abitudini, anche se in modo culturalmente contraddittorio: in Oriente infatti il bianco è il colore che si indossa per i funerali (ve lo immaginereste un nostro matrimonio in nero?)
Una contaminazione culturale creativa ha permesso però di superare il problema: tre abiti per il giorno delle nozze. La mattina la sposa indossa il tradizionale quipao rosso a fiori, a pranzo l'abito occidentale bianco, possibilmente con lo strascico, la sera un terzo abito, ancora di stile occidentale e lungo, ma finalmente rosso! A un osservatore occidentale questo ultimo abito da sposa rosso produce un divertente effetto di displacement da inattesa contaminazione culturale.
( foto Marta Tibaldi)
La formazione dei nuovi analisti junghiani in Cina richiede un'analoga ricerca di contaminazione creativa transculturale: la psicologia analitica non può essere esportata tout court nella sua forma occidentale - sarebbe come chiedere alle spose cinesi di indossare soltanto l'abito bianco del colore dei loro funerali. Seppure affascinante nella sua forma occidentale, rischierebbe inevitabilmente di cozzare con consuetudini e tradizioni locali.
Al pari dei tre abiti da sposa, anche per la pratica analitica è importante arrivare a quel terzo abito, occidentale nella forma, ma orientale nel colore: un meticciato creativo che nasce dall'incontro unico e irripetibile di due cultura che si guardano, si piacciono, si rispettano, si uniscono, generano forme nuove.
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