domenica 17 novembre 2019

Competenza linguistica ed etica relazionale

Marta Tibaldi
Competenza linguistica ed etica relazionale
"Tutte le moderne terapie che affermano che l'azione cura meglio delle parole (Moreno) e che sono alla ricerca di tecniche diverse dalle parole (invece che di tecniche da aggiungere alle parole) reprimono la più umana di tutte le facoltà: raccontare le storie della nostra anima. Queste terapie sono forse efficaci sul bambino che è in noi, che non ha ancora imparato a parlare, o sull'animale, che non può farlo, o magari su uno spirito-daimon, al di là delle parole perché al di là dell'anima. Ma solo uno sforzo continuo di parlare un linguaggio d'anima accurato può curare il nostro linguaggio delle sue vuote chiacchiere e restituirlo alla sua funzione prima, la comunicazione dell'anima." (J. Hillman, Re-visione della psicologia, Adelphi, 1992, p. 364).

Mai come oggi l'invito di James Hillman a parlare un linguaggio d'anima che dia parole a noi stessi e al nostro rapporto con gli altri, che superi il vuoto chiacchiericcio collettivo o il silenzio comunicativo, è un dovere di etica relazionale, nella stanza d'analisi e nel mondo. Abbiamo bisogno di un linguaggio accurato che recuperi la nostra competenza linguistica e che rifondi, attraverso l'uso consapevole di parole condivise, la relazionalità umana. La talking cure esercita all'uso attento e generoso di parole d'anima che dicano a noi stessi e agli altri i nostri pensieri, le nostre emozioni e le verità dei nostri corpi.
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