mercoledì 22 aprile 2015

Marta Tibaldi, "Mostrami il mio volto prima che io nascessi". Introduzione a Ma, S.S.Y, Con i piedi fasciati. Uno sguardo junghiano sulla cultura e la psicologia cinese, Moretti & Vitali, Bergamo 2015.







Marta Tibaldi
"Mostrami il mio volto prima che io nascessi"

Introduzione a 

Moretti & Vitali, Bergamo 2015.


Con i piedi fasciati è un libro inconsueto per il lettore italiano: si occupa dell’uso, ormai abolito in Cina, di fasciare i piedi alle bambine per renderli dei “piccoli loti d’oro” ed  è scritto da una donna che è la prima psicoanalista cinese junghiana.

Shirley See Yan Ma, originaria di Hong Kong e vissuta nell’ex colonia britannica fino a diciotto anni, laureata in Canada, diplomata al C.G. Jung Institute di Zurigo, nel suo libro analizza il fenomeno dei piedi fasciati da un duplice punto di osservazione: quello del suo essere una donna cinese che, almeno inizialmente, ha cercato di diventare “quanto più occidentale possibile”, e quello di una psicologa analista junghiana.

L’autrice ritiene che il fenomeno dei piedi fasciati abbia molto da dire alle donne orientali e, per estensione, anche a quelle occidentali. La sua analisi vuole gettare una nuova luce, sia dal punto di vista antropologico-culturale che da quello simbolico, su un fenomeno di reale oppressione delle donne cinesi e, nello stesso tempo, su una profonda ferita psichica individuale e collettiva.
Sebbene in Cina la fasciatura dei piedi sia stata abolita da anni, Shirley See Yan Ma è convinta che le donne cinesi soffrano ancora oggi di una “fasciatura psichica”, ovvero di un rattrappimento interiorizzato della propria libertà emotiva. La fasciatura dei piedi diventa così l’immagine-guida che l’autrice propone ai lettori, ma anche ai pazienti, per mettere a fuoco le zone psichiche mal sviluppate o coartate delle donne cinesi (e occidentali) e per aiutare entrambe a ricollegarsi al proprio femminile profondo.

[...]

Non c’è dubbio che il libro di Shirley See Yan Ma getti luce su un ruolo culturalmente svalutato come quello femminile cinese,  aiutando le donne orientali a riconnettersi con la propria natura profonda. Il libro ha anche l’indubbio merito, per il lettore italiano, di aprire uno squarcio inconsueto e affascinante su una cultura “altra” come quella cinese, facendo eco, seppure indirettamente,  agli studi junghiani occidentali sul “femminile selvaggio” e sui “complessi culturali”. Sebbene la lettura prevalentemente archetipico-simbolica dell’autrice rischi a volte di fare torto alla specificità della questione femminile in Occidente, Con i piedi fasciati è un libro che appassiona e che fa riflettere sia sulla necessità di sciogliere le “fasciature psichiche” del femminile, sia sull'avanzare nel mondo di un nuovo paradigma culturale e di una verità globale di cui molti sono già consapevoli : o ci salviamo tutti, o non si salva nessuno.

Per leggere l'introduzione completa vai a M. Tibaldi, "Mostrami il mio volto prima che io nascessi", in S.S.Y. Ma, Con i piedi fasciati. Uno sguardo junghiano sulla cultura e la psicologia cinese,
Moretti & Vitali, Bergamo 2015, pp. 9-15.

(Photo: Marta Tibaldi)

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