Quale immagine inconscia abbiamo dei "Cinesi"?
“[…] Da qualche tempo – forse da quando la presenza dei
cinesi e delle loro merci è massicciamente aumentata nelle nostre città – nei loro
confronti sembra prevalere un atteggiamento di sospetto se non addirittura di
ostilità, spesso non supportato da alcuna conoscenza diretta della cultura e
della realtà cinesi né da alcuna curiosità a riguardo.
In un certo immaginario collettivo italiano l’immagine del 'cinese' e di ciò che è cinese sembra costellare, infatti, una reazione irrazionale e
inconscia a ciò che è sconosciuto e che appare particolarmente lontano e
diverso dai nostri usi e costumi, che su veri elementi di conoscenza. Sebbene
da un lato i cinesi siano assimilati ai molti migranti che arrivano in Italia,
dall'altro essi sembrano essere sperimentati come “più diversi” degli altri –
un leitmotiv di lamentela nei loro confronti riguarda, ad esempio il loro
essere una comunità chiusa. I cinesi sono percepiti come più temibili proprio
perché più indecifrabili e inafferrabili di altri e per questo la loro immagine
tende ad attirare su di sé ampie proiezioni di ombra individuale e collettiva.
Come è noto, nella psicologia analitica junghiana con il
termine “ombra” si indicano quegli aspetti sgradevoli e non riconosciuti di sé
o della propria cultura che, proprio perché inconsci, tendono a essere
proiettati all'esterno.
Una delle prime tappe del percorso analitico consiste nel confrontarsi con l’ombra, ovvero nel riconoscere quei nostri aspetti inconsci che più sono suscettibili di proiezione. “Venire a patti con l’ombra” è il processo che ci permette di integrare questi aspetti aprendo la possibilità di un vero dialogo tra noi e ciò che è altro da noi.
In questo senso la riflessione analitica sull'immagine inconscia del “cinese interno” diventa un prerequisito ineludibile per chi voglia lavorare come analista junghiano in Cina.
Una delle prime tappe del percorso analitico consiste nel confrontarsi con l’ombra, ovvero nel riconoscere quei nostri aspetti inconsci che più sono suscettibili di proiezione. “Venire a patti con l’ombra” è il processo che ci permette di integrare questi aspetti aprendo la possibilità di un vero dialogo tra noi e ciò che è altro da noi.
In questo senso la riflessione analitica sull'immagine inconscia del “cinese interno” diventa un prerequisito ineludibile per chi voglia lavorare come analista junghiano in Cina.
(Foto Marta Tibaldi)
Per saperne di più vedi M. Tibaldi, La psicoanalisi junghiana in Cina. Un dialogo tra Est e Ovest, in Studi Junghiani, vol. 19, nn. 1-2, 2013, pp. 131-143
Copyright 2014
Copyright 2014
Marta Tibaldi, Profilo professionale e pubblicazioni
Nessun commento:
Posta un commento